Il circo “Orfei” è in questi giorni a Saronno, nell’area situata nei pressi del centro sportivo Matteotti fra via Sampietro e viale Europa, con sosta concessa su terreni comunali dell’Amministrazione civica: scelta che come in passato fa discutere chi è favorevole a questi “spettacoli viaggianti” dall’antica tradizione e chi – se vi è una presenza di animali all’interno del circo – ne è fortemente contrario e ne vorrebbe il bando sul territorio cittadino.
Vicenda sulla quale proprio in questi giorni si inserisce la presa di posizione del Senato, commentata in Regione Lombardia dal consigliere regionale di Fuxia people, Maria Teresa Baldini:”Il circo è creatività, identità e vive nel rispetto degli animali”. Baldini condivide la posizione espressa dal Senato che ha approvato la norma che riguarda l’uso degli animali nei circhi, senza accogliere le insistenti richieste degli animalisti di inserire l’eliminazione dell’uso di cani o esemplari esotici negli spettacoli. “Vietare la presenza degli animali – argomenta – sarebbe come privare il circo di uno dei suoi segni distintivi, perderebbe totalmente il suo significato, restando privo della sua vera identità. In Italia esistono delle leggi che regolarizzano le attività circensi: il circo, prima di arrivare in città, deve aver ottenuto l’autorizzazione per il pubblico spettacolo, con l’elenco di tutti gli animali con il loro certificato Cites, l’indicazione del veterinario che sarà presente e reperibile per la cura degli stessi, le mappe indicanti i ricoveri e i recinti in metri quadrati che dovranno ospitare gli animali”.
Prosegue Baldini:”Ho avuto modo di conoscere il mondo dei circensi, che amano e vivono in simbiosi con gli animali. Il legame generazionale che hanno loro, è quello che si proietta sul pubblico, dato che spesso sono i nonni a portare i nipoti al circo. Non distorciamo la realtà: qui gli animali lavorano e regalano emozioni in uno show ricco di creatività. Provate a portare un ragazzino a vedere uno spettacolo tecnico, sicuramente preferirà le piroette del barboncino”.
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