"Del resto – ricorda Buccioni – quella dei complessi circensi italiani è un’antica tradizione di solidarietà . Noi c’eravamo quando straripò l’Arno a Firenze nel 196, c’eravamo a Venezia, c’eravamo con le nostre tende ad Amatrice e ci siamo anche oggi, nonostante le mille difficoltà che affrontiamo”. Sì perché anche per il circo questo stop necessario pesa tantissimo. “I complessi circensi italiani – spiega Buccioni – sono piccole botteghe dell’arte, micro imprese senza capitale da parte anche se con grandi artisti apprezzati in tutto il mondo. Una parte, non tutti, accedono al Fondo unico dello spettacolo per una somma complessiva di un milione di euro, meno dell’1% del Fus. Perciò speriamo che eventuali provvedimenti straordinari per tamponare la crisi dello spettacolo a causa di questa sospensione – conclude Buccioni – possano riguardare anche il circo, tutto il circo anche i complessi esclusi dal Fus”.
Fonte: Adnkronos