Il Circo: "Non reggiamo un altro stop"

 Il "Grioni", ora fermo a Calcinato, chiede sostegno per poter sopravvivere

"Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore." E' quanto recita la legge 337/68, alla quale si appella Marco Grioni direttore artistico del Circo Italiano Grioni, dopo l'ultimo Dpcm che di fatto ha fermato tutti gli spettacoli.

"Siamo già stati fermi da febbraio a giugno, non possiamo reggere un'altra chiusura ordinata dalla domenica al lunedì e nonostante i dati dell'Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) abbiano registrato un solo contagio in tutta Italia dal 15 giugno ad oggi avvenuto durante uno spettacolo."

Il Circo Grioni è una realtà a carattere familiare radicata principalmente nelle province di Brescia e Verona, attualmente composta da sedici persone e numerosi animali come pony, caprette e lama peruviani.

Attualmente il circo è fermo a Calcinato in Via XX Settembre, in parte su un terreno comunale e in parte su uno privato, ma il suo carattere itinerante costituisce uno dei maggiori problemi messi in luce da Grioni: "Il circo si basa su concessioni temporanee dei Comuni. Il 2 novembre avremmo dovuto liberare la zona che stiamo occupando e spostarci in un'altra ma abbiamo avuto già 15 dinieghi da parte dei Comuni e quindi siamo fermi a Calcinato. Per fortuna non simao in una piazza di mercato altrimenti avremmo bloccato il paese.

"I governanti non sanno nemmeno che esistiamo - continua lo sfogo del direttore artistico del circo - noi artisti dello spettacolo non abbiamo la cassa integrazione, con noi ci sono cinque minori che vanno a scuola, gli animali che devono mangiare, l'allaccio della corrente scade il 1 novembre: ci scaldiamo con le stufe elettriche, come posso pagare la corrente se non ci fanno lavorare?"

Quest'anno, spiega ancora Grioni, il circo prevede di fare circa la metà degli spettacoli in calendario con una perdita di 40.000 euro per ogni mese di chiusura, senza contare i soldi bruciati in pubblicità di spettacoli non effettuati.

Una situazione alla quale il Circo Italiano Grioni era riuscito a resistere durante il lockdown grazie all'aiuto della gente, per poi ripartire per primo ovviamente adeguandosi nel modo più scrupoloso alle nuove normative igienico-sanitarie e riducendo il numero di spettatori da 800 a 200.

Propio alla gente, ai sindaci ma anche ai supermercati, alle parrochhie Grioni rivolge un appello: "Chiedo aiuto per la mia famiglia, i miei figli, gli animali, i collaboratori. Vogliamo poter vivere, mangiare, che non ci stacchino la luce, se c'è qualche agricoltore che può darci una balla di fieno, un supermercato che può fare una raccolta vivere chiunque può aiutarci verrà ringraziato con biglietti omaggio. Ci rendiamo disponibili per qualsiasi lavoretto come per esempio fare traslochi."

Chi volesse contattare il Circo Italiano Grioni può telefonare al numero 3516039476.


Di Stefano Archetti

Fonte Il Giornale di Brescia



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