Condividiamo questo articolo pubblicato oggi da "Circo.it"
Quella che segue è la lettera che il presidente Enc, Antonio Buccioni,
ha inviato al numero uno di viale Mazzini, Monica Maggioni.
“Ho appreso dalla stampa che il direttore di Rai3, Daria Bignardi, ha
annunciato su twitter, rispondendo al presidente di una associazione
animalista (ma un direttore di rete del servizio pubblico non dovrebbe
anche essere, o quanto meno apparire, minimamente equidistante
soprattutto su temi divisivi, sforzandosi di non trattare come
telescarti tutti coloro che non la pensano come lei e gli animalisti?)
che questo “è l’ultimo anno del circo su RaiTre. Dal 2017 il circo con
gli animali non ci sarà”. Si è presa un “brava” dal suddetto presidente,
forse accontentandosi della piccola claque, certamente aiutata in ciò
da una predisposizione maturata come conduttrice di programmi famosi per
l’audience da “4 amici al bar”. Cos’è stata la sua, un’invasione
barbarica di campo oppure l’ossequio alla lobby?
L’annuncio della direttrice di rete è ambiguo. Dal 2017 continuerà ad
esserci il circo su Rai3, però senza animali? In attesa di apprenderlo
da un altro tweet, vorrei condividere con lei qualche riflessione.
Forse Daria Bignardi non sa, ma lo sanno bene i suoi predecessori, che
Rai3 anche in passato ha cercato di produrre puntate di circo senza
animali, e non sono mancati nemmeno speciali dedicati al Cirque du
Soleil (secondo il luogo comune imperante, il circo che funziona sempre e
comunque e che rende felici anche gli animalisti; in fondo a chi
interessa che la multinazionale canadese abbia dovuto licenziare 400
dipendenti, in conseguenza di una crisi che è anche crisi di pubblico?).
Anche all’epoca (si parla ad esempio della serie di Circo Massimo) gli
animalisti applaudirono per questa scelta ma la puntata speciale senza
animali registrò un pubblico inferiore rispetto al più apprezzato circo
con animali, inviso alla lobby animalista ma amatissimo dal popolo,
anche da quello televisivo. Aprire il programma con tigri, leoni ed
elefanti in pista alza gli ascolti. E’ un dato oggettivo, che lei potrà
facilmente riscontrare. Esiste anche una tesi di laurea su questo
aspetto, che mette insieme gli ascolti minuto per minuto e, se vuole,
provvederemo a fargliela avere. Se negli ultimi anni Estate al Circo ha
perso un po’ di smalto non lo si deve certo agli animali ma ad un
concerto di fattori, in primis struttura e qualità del programma.
La invito poi ad analizzare il “fenomeno” Festival Internazionale del
Circo di Monte-Carlo, trasmesso nelle sue varie edizioni in varie parti
del mondo e anche da Rai3. Il Festival monegasco, presieduto da S.A.S.
Stephanie di Monaco, è l’equivalente dell’Oscar del cinema per il circo e
presenta da sempre il meglio anche in fatto di numeri con animali.
Perché il pubblico televisivo lo apprezza? Per la stessa ragione per la
quale i circhi continuano – checché se ne dica – ad essere frequentati
da moltissime famiglie: per vedere animali, clown e giocolieri. Senza
animali il circo non può chiamarsi tale e, soprattutto, il pubblico lo
snobba. Grandi e note famiglie circensi italiane ci hanno provato a non
fare esibire gli animali, ma sono andate incontro al fallimento,
tornando poi sui loro passi.
E dunque – per tornare al motivo di questa lettera – che fa la
direttrice di Rai3, lavora per abbassare l’audience della rete che è
stata chiamata a pilotare e per sentirsi dire “brava” dall’animalista di
turno?
C’è inoltre un tema di giustizia o ipocrisia. “La prova del cuoco” – per
citarne uno – continuerà anche nel 2017 oppure il programma verrà
chiuso perché in quel caso (e, mi creda, va un po’ peggio per quegli
animali) polli, conigli, maiali e ogni abitante della fattoria, anzi
dell’allevamento, finiscono in padella? E quanti altri show con animali
si vedono in Tv? E quante pubblicità che “sfruttano” animali esotici? E
gli sport di equitazione? E il Palio di Siena, che il 2 luglio su Rai2
ha ottenuto il 9,15 % di share (a conferma che i grandi eventi legati
alla tradizione e all’identità dell’Italia, e che in questo caso hanno
come protagonisti i cavalli, pescano in un grandissimo bacino di
estimatori)? E e e e e e… così via. La Rai pensa di applicare un
atteggiamento discriminatorio “punendo” solo i circhi con animali (per
di più facendosi un danno in termini di audience)? E allora dove
andranno a finire la giustizia e il servizio pubblico? Immolate, forse,
sull’altare della ipocrisia e di uno stomachevole politically correct
che, sono quasi certo, risulteranno indigesti anche a lei e dunque non
ci penserà nemmeno ad assecondare l’epurazione del circo classico da
Rai3, ma semmai fornirà l’input per rilanciarlo in termini di qualità,
facendo così schizzare in alto anche lo share. Senza dimenticare che il
circo su Rai3 è un appuntamento storico, che peraltro ha dato ottimi
risultati anche nel rapporto costi-risultati.
Da ultimo, mi consenta di aggiungere che, ad oggi, il circo con animali
in Italia – oltre a vivere grazie al pubblico pagante (e non, mi creda,
all’elemosina di Stato) – viene inquadrato in una legge (n. 337/68) che
all’art. 1 così recita: “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei
circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il
consolidamento e lo sviluppo del settore”. Ritengo superfluo aggiungere
qualsivoglia considerazione, soprattutto rivolgendomi al presidente
della Rai”.
22/07/2016