Sono dieci le domande arrivate in Comune per il circo di Natale. L’ha spuntata il Circo di Praga, che piazzerà il suo maxi tendone dal 15 dicembre fino al 15 gennaio 2017
Una graduatoria con classifica e punteggi anche per montare il circo in città, nel grande piazzale zona San Polo, c’è una trafila burocratica in stile appalto pubblico.
Quest’anno sono state dieci le domande pervenute in Comune a Brescia. Ad avere la meglio è stato il Circo di Praga, che piazzerà il suo maxi tendone a strisce bianche e rosse davanti all’imbocco del casello di Brescia Centro dal 15 dicembre fino al 15 gennaio 2017.
Punteggi alla mano, l’equipe artistica dei fratelli Cristiani ha avuto la meglio sul Circo Armando Orfei, il circo Mundial, il Bellucci, il Millenium e il Niuman Italian Circus. Quattro domande non sono nemmeno state prese in considerazione (Ryan Circus du Portugal, Circo delle Stelle, Circo Alex Medini, International Royal Circus) in quanto la modulistica presentata al settore sportello unico delle attività produttive della Loggia non era completa.
E come tutte le assegnazioni arrivate con atti amministrativi i «perdenti» potrebbero addirittura fare ricorso al Tar.
Il Circo di Praga, che dà lavoro a 29 persone, ritorna in città dopo quattro anni. Effettuerà quattro spettacoli settimanali sotto il tendone che può ospitare fino a 1200 posti. Nel 2013, 2014 e 2015 l’esclusiva era stata ad appannaggio del Circo Moira Orfei. La circense per antonomasia, morì proprio a Brescia il 15 novembre 2015, all’età di 84 anni. Il giorno dell’ultimo spettacolo dei suoi artisti è stata trovata morta nella sua casa mobile. E il pubblico, commosso, l’ultimo giorno le dedicò dieci minuti d’applausi.
Ed è legato ad un dramma assurto alle cronache nazionali anche il nome del Circo di Praga. Il 17 marzo 2014, fuori dal tendone tra Rovato e Cazzago San Martino, il 55enne Roberto Gerardi, uno dei leader della grande famiglia di circensi retta dai fratelli Cristiani, morì d’infarto dopo una zuffa con gli animalisti che protestavano contro lo sfruttamento degli animali. Era una domenica pomeriggio e un piccolo drappello di attivisti del Partito Protezione Animali (che da giorni volantinavano fuori dal tendone) cercò di dissuadere la gente ad entrare allo spettacolo. All’arrivo dei gestori del circo volarono parole pesanti e anche un pugno e qualche spintone. Riportato nel tendone dai suoi familiari, Roberto si accasciò a terra, morendo poco dopo all’ospedale di Chiari. Venne definito dal presidente dell’ente nazionale circhi, Antonio Buccioni, «Il primo martire dell’odio animalista contro i circhi». Animalisti che, come ogni anno, non mancheranno di manifestare il loro disappunto per lo “sfruttamento” di animali esotici tenuti in gabbia. Proteste che, nell’epoca del dramma continuo di profughi in arrivo sulle italiche coste, a qualcuno potrebbero sembrare un tantino fuori luogo.
19/08/2016