Il libro fotografico di Liliana Ranalletta dedicato a Dainaly, una ragazza con autismo, nata
(24 anni fa) e cresciuta in una famiglia di circensi: tra uno spostamento e l'altro, tra teloni e roulotte, circondata dall'affetto dei suoi parenti. “Dainaly è diversa, ma qui la normalità
non esiste, tutti sono fuori dalla realtà. E suo fratello è Spiderman”
Trascorse del tempo, prima che Liliana scoprisse che Daniela, con cui intanto ”era nato un rapporto di amicizia”, era la mamma di Dainaly, una ragazza autistica che oggi ha 24 anni e allora ne aveva 22. “Lentamente, entrai in rapporto anche con lei, in qualche modo. Dainaly non comunica facilmente, come molte persone con autismo. Eppure, trascorrendo molto tempo con loro, partecipando a tenti momenti della loro vita e del loro lavoro, sentivo che un rapporto nasceva anche con lei. Entrai nel suo mondo e iniziai a vederlo attraverso il suo sguardo. Non avevo mai pensato di fare un lavoro sul circo, tanti ne sono stati fatti, anche molto buoni. Ma furono loro, le persone di quel circo, a chiedermi di fotografare il loro mondo. E lo feci attraverso lo sguardo di Dainaly. Iniziai a fotografarla a metà del 2015: alla fine del 2017 è andato in stampa il libro fotografico “The Fabulous Destiny of Dainaly”, curato da curato da Der Lab.
“Dainaly mi ha sempre accettata – racconta Liliana - Non ha mai avuto un gesto d'insofferenza nei miei confronti. Posso dire di essere stata accettata nella mia 'trasparenza', anche se in alcune situazioni mi è sembrato quasi che ci fosse un'intesa con lei. O forse l'ho vista io... C'è una foto, però, in cui con una mano sembra mi dia un cinque: quello è stato momento di grande vicinanza: mi avevano lasciato sola con lei, era a suo agio, si è messa lo smalto, ha giocato coi suoi giochi”.
Di Dainaly, Liliana non vuole svelare troppo. “Voglio preservarla, custodirla: posso dire che ha un rapporto bellissimo con il nonno e la nonna, con la mamma, con il fratello, con gli animali, però non interagisce. A me un giorno ha detto 'basta' perché le stavo davanti. Nelle lunghissime ore che ho trascorso con lei, ho osservato il mondo del circo attraverso il suo sguardo: ed è così che ho scelto di raccontarlo. Un mondo fantastico, immaginifico, fatto di personaggi come Frozen, Superman, o Spiderman, che è il personaggio interpretato da suo fratello durante gli spettacoli. Lei invece, Dainaly, durante gli spettacoli non interviene, ma a suo modo vive intensamente ogni momento: si rende conto degli spostamenti, partecipa preparando le sue cose, si capisce che è contenta di partire. Come mi ha ripetuto più volte la mamma, Dainaly nel circo dà e riceve amore, circondata dall'affetto della sua famiglia e della comunità in cui vive. E lo scopo del lavoro che ho fatto è proprio questo: far capire che, se attorno a questi ragazzi con autismo c'è una rete parentale stretta, questi riescono a vivere una vita serena, ricca di affetti e contenuti. Una vita che non sarebbe possibile all'interno di un istituto. Spero insomma di fornire uno strumento di conoscenza: perché la conoscenza è la premessa dell'accettazione e dell'accoglienza della diversità: ho sentito l'urgenza del mio lavoro, quasi volessi svelare agli altri che il mondo della diversità è sempre e comunque solo l'universo di un'alternativa alle altre infinite possibili.”.
Il libro fotografico “The Fabulous Destiny of Dainaly”, già presentato a Officine fotografiche, sarà presentato domani alla Biennale dei licei artistici e il 25 maggio all'ex fienile di Tor Bella Monaca. “Insieme a me, ci sarà Fabio Moscatelli, che pure ha fotografato l'autismo, nel suo libro su 'Gioele': ci accomuna il fatto di aver guardato e raccontato la persona, più che la disabilità. E' questo il senso e lo scopo del nostro lavoro”. (cl)
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