A Ciriè al Circo di Mosca con un pizzico di meraviglia

Non ero mai stata al circo. Da bambina mi accontentavo di quell’unico spettacolo all’anno che
trasmettevano in televisione, forse in prossimità delle Feste natalizie. Restavo incantata di fronte allo
schermo e aspettavo con impazienza i numeri con gli animali come protagonisti.
Sì, perché nell’immaginario comune il circo è anche e soprattutto: tigri acrobate, leoni affabili come gattoni, elefanti che salutano con la proboscide e cavalli che fanno l'inchino.
Proprio la questione “animali del circo” ha sollevato polemiche in tutto il territorio, e non solo, in seguito all’arrivo del Mosca Show, a Ciriè.
Consapevole di essere ignorante in materia, ho deciso di verificare di persona l’aria respirata in
quell’ambiente. Sono entrata in punta di piedi, un po' scettica, lo ammetto, ma con molta umiltà e
desiderio di capirne di più .
Mi ha accolta Mirella Valerio, originaria di Vicenza, che ha scelto di entrare a far parte del magico mondo circense circa 40 anni fa, pur non essendo figlia d’arte.
“Ho sempre amato gli animali, fin da piccola – mi spiega, con gli occhi pieni di un’inequivocabile passione – ho studiato architettura, ma ho scelto questa vita in maniera consapevole e non potrei esserne più felice, nonostante sia spesso difficile, soprattutto quando vieni accusata ingiustamente, sulla base del nulla.”
Mentre passeggiamo tra le varie strutture che accolgono gli animali (ne posseggono più di 80), percepisco l’impegno, la dedizione, la volontà e l’esperienza che stanno dietro al puro spettacolo di luci e paillettes. Mirella si presenta subito come una donna forte, intelligente, con le idee ben chiare e pronta a farle valere in ogni modo. Da anni si occupa di “debunking”, ha letto e riletto articoli e pubblicazioni scientifiche inerenti il wellness animale, si è battuta, esponendosi anche a livello politico, per contrastare le numerose accuse ricevute negli ultimi anni dalle associazioni animaliste.
“Non si possono togliere gli animali dai circhi per etica, - afferma – se la scienza , di contro, conferma il loro benessere.” Rimango allibita, quasi stordita, di fronte ai racconti (accompagnati da prove scritte e da filmati che ne confermano la veridicità) riguardanti i numerosi casi di contraffazione e di studi scientifici manipolati, al fine di dimostrare il malessere degli animali all’interno dei circhi. Scienziati venduti all’animalismo, come nel caso di Stephen Harris, che senza aver mai messo piede in un circo, né condotto studi sul campo, ha pubblicato falsità, esaltate come prove scientifiche dall' RSPCA (ente di beneficenza inglese che promuove il benessere degli animali). Un altro esempio è quello di Tom Rider, corrotto dalle associazioni animaliste con 190000 dollari, affinché testimoniasse il falso sul Ringling Bros. And Barnum & Bailey Circus. Nel 2012, tali associazioni sono state condannate a risarcire ai circhi la somma di 9,3 milioni di dollari.
Per Mirella e la sua famiglia è una continua battaglia per la difesa del loro ruolo e della loro attività. Sua figlia Valeria ha testimoniato durante la conferenza “Animali nei circhi, studi scientifici smentiscono le bugie degli animalisti”, tenutasi il 9 marzo 2018, nel Senato Italiano. Qui, era affiancata dalla ricercatrice Marthe Keily – Worthington, che ha raccontato della manipolazione dei suoi lavori da parte dell’associazione animalista inglese, perché i reali risultati dimostravano l'assenza di collegamento tra la sofferenza degli animali e la loro presenza nei circhi.
Le esperienze di questo tipo sono tante e chi volesse approfondire l’argomento, puo' seguire la pagina Facebook “TG LEONE”.
Mirella mi ha presentato quasi tutti i loro animali, ognuno trattato come un figlio, coccolato, baciato. Mi ha mostrato come non reagiscano a movimenti bruschi, sintomo del fatto che non conoscano violenza e maltrattamenti. Una “famiglia molto allargata”, così li ho definiti.
Ho scoperto che collaborano a numerose visite didattiche gratuite e che hanno riscontrato risultati molto positivi nei bambini disabili o che soffrono di autismo.
Dopo avere visto e toccato con mano e con cuore la realtà del Circo di Mosca, mi sento in diritto e in dovere di invitare tutti coloro che hanno inviato mail o lettere di protesta, ad abbandonare i pregiudizi e ad andare a visitare il circo, perché, forse, sono ignoranti tanto quanto me, prima della visita.
“Esistono 5 libertà degli animali. – mi spiega pazientemente Mirella – La prima libertà: dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione. Noi adottiamo un piano alimentare specifico e controlliamo la quantità di calcare nell’acqua potabile. – mi mostra sul cellulare un video in cui sua figlia beve dalla vasca delle leonesse – Abbiamo ricevuto i punteggi più alti al mondo, in seguito a studi approfonditi e misurazioni all'avanguardia, da parte di scienziati di fama internazionale. La seconda libertà: di avere un ambiente fisico adeguato. I nostri animali non sono mai stati strappati al loro habitat, perché questo è il loro habitat! Sono figli di generazioni di animali del circo da quasi tre secoli. I leoni non hanno mai visto la Savana, casa loro è casa nostra. Quando nasce un nuovo cucciolo, la forestale controlla il DNA per attestarne la provenienza. È una procedura controllatissima, che si ripete per ogni animale, ogni qual volta ci spostiamo da una città all'altra. La terza libertà – prosegue – è la libertà dal dolore dalle ferite e dalle malattie. Siamo stati i primi a permettere un elettrocardiogramma sui leoni da svegli, senza utilizzo di medicinali che potessero compromettere il funzionamento dei reni. Inoltre, tutti i nostri animali sono vaccinati per legge. Abbiamo salvato dal macello capre, pecore, cavalli, asini e poi c'è Susy, la nostra scrofa, che stava per essere mangiata arrostita. La quarta libertà: di manifestare le proprie caratteristiche comportamentali. Quello che loro fanno con noi è un gioco, non un lavoro. Sono stimoli dati attraverso un rinforzo positivo, sono questi stimoli che li tengono vivi! Quando vengono “salvati” dai circhi e portati nei santuari o nei centri di recupero, spesso si lasciano morire, proprio perché necessitano di questo tipo di attività. Sono tutti animali nati e cresciuti vicino all’uomo da 250 anni, hanno un sistema immunitario e caratteristiche fisiche totalmente diversi rispetto agli animali selvatici. È un livello di addomesticamento quasi pari a quello del cane. – conclude con la quinta libertà – Devono essere liberi dalla paura, dal disagio e dalla sofferenza. Due ore prima del nostro incontro è nato Silvestro, un lama. Poco tempo fa è nato un canguro, il primo canguro nato in un circo. Se non stessero bene e a loro agio, non avverrebbe la riproduzione e la nascita di cuccioli sani. In seguito ad esami sulla quantità di cortisolo nel sangue, è stato appurato un bassissimo livello di stress nei nostri animali. Valerio Vassallo (famoso animalista) e Wild Frank (Discovery Channel) sono stati da noi e hanno affermato di aver visto solo amore e rispetto, così come tanti altri scettici, che si sono ricreduti dopo averci incontrati.”
Quella stessa sera, mi sono fermata ad assistere allo spettacolo e ho percepito ancora di più il legame traumani circensi e animali circensi. Vedere i bambini con la bocca spalancata , increduli ed emozionati, forse gli adulti ancora di più, è stata l’ulteriore dimostrazione di quanto perderemmo tutti, se questa Arte centenaria venisse soppressa.
Sicuramente non tutti i circhi sono uguali, come non saranno uguali i trattamenti e le metodologie di
addestramento, ma posso affermare con tutta sicurezza che nel Circo del Mosca Show gli animali non hanno solo le cinque libertà che gli spettano di diritto, bensì ne hanno una sesta: quella di essere amati incondizionatamente, protetti e resi membri di una vera famiglia.

Di Alice Prandi
Fonte La Voce


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