Riportiamo di seguito alcuni stralci di un'articolo appena pubblicato dal National Geographic
In Italia la legge che avrebbe impedito ai circhi di detenere e far esibire animali è appena diventata lettera morta, e il lavoro è tutto da rifare.
Il 27 dicembre 2017, esattamente un anno fa, entrava in vigore la legge 175 del 22 novembre 2017, che “riordinava” e “revisionava” le disposizioni in materia di spettacolo, tra cui i circhi. Tra gli altri punti la legge prevedeva il “graduale superamento dell'utilizzo degli animali” da parte di circhi e spettacoli viaggianti. Il provvedimento creò molto malumore tra gli animalisti e gli etologi, che chiedevano di bandire da subito le attività circensi con animali, ma si dovette cercare la mediazione con il centrodestra, che proponeva una semplice “riduzione”, limitatamente agli animali selvatici.
La legge, così come è stata approvata e pubblicata, prevedeva “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente” l’adozione di uno o più decreti legislativi, ovvero di atti che delegano il governo a metterein pratica la riforma.
I dodici mesi previsti sono scaduti e non ci sono stati i decreti legislativi né per indicarci come “superare l’utilizzo degli animali” nei circhi, né su cosa fare degli animali già utilizzati, e neanche, nei sei mesi in cui il nuovo governo è stato in carica, è stata messa al lavoro una commissione. Al momento è tutto come prima, con i circhi regolati dalla legge 337 del 1968, cinquant’anni fa. Non c’è stata neanche una proroga che permettesse al governo di rinviare l’emissione dei decreti legislativi.
C’è stato tuttavia un video del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, rilasciato lo scorso 16 dicembre sul suo profilo Facebook, in cui il ministro rassicura che applicare quella legge ed eliminare gli animali dai circhi è una sua priorità, “da realizzare attraverso una serie di decreti attuativi” e promette che il primo dei decreti “sarà proprio quello che toglie gli animali dai circhi".
Il professor Federico Gustavo Pizzetti, del Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano, ha confermato infatti che le date di scadenza valgono anche per i decreti legislativi, non solo per le medicine o i precotti del supermercato.
“L’articolo 2 della legge 175/2017”, spiega Pizzetti, “parla di revisione della normativa vigente tramite decreti legislativi, che possono superare la legge in corso e modificarla, in questo caso stabilendo le procedure per eliminare gli spettacoli di animali dai circhi, attualmente consentiti dalla legge. I decreti attuativi di cui parla il ministro Bonisoli, invece, sono una cosa diversa: non cambiano le leggi vigenti, ma servono a riempire gli spazi vuoti, a fornire gli aspetti tecnici e operativi della legge esistente, (per esempio individuando gli elenchi dei circhi, o le norme sulla sicurezza degli spettacoli circensi regolando i controlli sugli animali dei circhi, o stabilendo come sono fatti i moduli per fare il verbale in caso di infrazione alla legge vigente). Per fare un decreto legislativo, occorre invece una legge delega del parlamento, e le deleghe hanno per forza un tempo stabilito, scaduto il quale non possono più essere esercitate”.
“Quindi”, conclude Pizzetti, “in assenza di proroghe - che al momento non sono state emanate - i tempi per mettere in pratica e attuare l’articolo 2 della legge sono scaduti, e al momento non è più modificabile, sul punto rimane lettera morta.
Se la domanda è: "ma il governo, in base all’articolo due di quella legge, può oggi, a tempo scaduto, emanare decreti legislativi per cambiare la legge sull’utilizzo degli animali nei circhi?" La risposta è: "No".
In pratica, la via maestra, costituzionalmente parlando, è quella di approvare una nuova legge delega, riprendendo da capo tutto l’iter: fare la scelta politica di riscrivere la legge, farla riapprovare da Camera e Senato e poi emanare, da parte del Governo, nei nuovi tempi giusti termini che la nuova legge prevederà, i decreti legislativi per metterla in pratica.
Il tutto, presumibilmente, prenderà almeno un anno, se non di più.
L'alternativa è “riaprire” la delega scaduta, modificando solo l’articolo 2 della legge n. 175/2017, senza approvare una nuova legge delega, persino – è accaduto nella prassi – con un emendamento introdotto in sede di conversione di un decreto legge giustificato da necessità e urgenza straordinarie. Ma si tratta di una strada che solleva molti, e assai gravi, dubbi di costituzionalità e che, almeno una volta (nel 2002) ha anche incontrato "l’alt” del Presidente della Repubblica.