Pochi giorni fa è uscito nella sale italiane l'ultimo lavoro di Tim Burton: Dumbo. Molti circensi e addetti ai lavori hanno trovato il film controproducente nei confronti dell'ambiente: è palese che il circense del cartone animato, se pur all'interno di un mondo fantastico e finzionale, viene etichettato come cattivo, severo e autoritario. Certo, è un'opera di fantasia si potrebbe dire, ma la maggior parte degli spettatori sono adulti e bambini (soprattutto questi ultimi, facilmente influenzabili e vulnerabili): dunque abbraccia tutto il bacino di utenza del consumatore, coloro che teoricamente dovranno pagare il biglietto anche per andare al circo.
Questa rivisitazione originale del cartone del 1941 non è altro che un inno contro il nostro mondo: nascondere le orecchie sproporzionate di Dumbo, un cucciolo di elefante appena nato, ad esempio. Il direttore, Max Medici solo quando nasconde le orecchie all'elefantino lo ritiene idoneo per scendere in pista. Quando il cucciolo cerca di prendere una piuma, la copertura salta, e tutti i presenti lo deridono. La madre, presa dalla rabbia, attacca gli ospiti cercando di difendere il suo cucciolo, che presi dalla paura, scappano e l'elefante distrugge accidentalmente un tronco che teneva su la tenda, e questo provoca la morte di Rufus Sorghum, l'addestratore. Fermi tutti. Questo si, è un incidente, ma anche un messaggio subliminale senza scrupoli: l'uccisione dell'addestratore è un mezzo comunicativo palese, uno zampino animalista che vuol fermare, da anni ormai, gli animali al circo.
Un'ultimo riferimento, non meno importante, arriva verso la fine: Dumbo, insieme alla madre saluta i suoi nuovi amici e si trasferisce con lei nella giungla, dunque nel fantomatico "ambiente naturale degli animali". Un altro luogo comune animalista che va sconfitto, il quale tende a colpire i più disinteressati ed ignoranti.
Decisamente un film che prende posizione, prettamente animalista in tutti i sensi ed evidentemente contro il circo tradizionale. Cosa bisognerà fare per evitare che gli studios americani si arricchiscano sulla cultura della popolazione mondiale? Il cinema è uno dei mezzi comunicativi più forti al mondo, ma se viene usato male può essere un'arma a doppio taglio. Bisogna porre rimedio. Subito.
Marco Chiaretti