L’arrivo in città del circo ogni anno suscita un vespaio di polemiche. Gli utenti insorgono contro i circensi a difesa dei felidi e delle altre specie animali impiegati negli spettacoli. Pseudo animalisti o presunti tali combattano a colpi di post lusinghieri una guerra fredda verso una realtà storica dello scenario internazionale, invitando i cittadini a boicottare gli spettacoli. Chiedono di sottoscrivere una petizione e l’intervento del primo cittadino Gaetano Cimmino affinchè vieti negli anni a venire l’attendamento di altre mostre viaggianti. Dimenticandosi però che è lo stesso Sindaco invocato per l’intervento di derattizzazione e disinfestazione atti ad uccidere topi, zanzare, mosche, i tanto odiati calabroni, che al tramonto svolazzavano in città tra la rabbia degli stabiesi. Una scelta irrazionale dunque fatta basandosi sull’idea che gli animali soffrano per forza di cose.
Il Circo Romina Orfei fa parte dei 300 circhi che lavorano in Europa, un’arte salvaguardata addirittura dall’UNESCO, che impiega fin dall’800 animali al centro degli spettacoli. Animali tutelati da leggi vigenti, ai quali è garantito un’adeguata condizione di benessere, sottoposti a regolari ispezioni sanitarie dell’ASL o altri organi di controllo. Un mondo affascinate, fatto di escapologia, comicità, illusionismo, suspense messo in discussione dalla pressione esercitata dagli advocacy animalisti; una denuncia circoscritta ben lontana dall’animalismo ovvero dal soggetto che ritiene vada accresciuta la tutela giuridica ed etica nei confronti delle specie animali, dimenticando gli zoo, le stalle, le scuderie, i canili, gli acquari. Tra pro e contro l’argomento è infatti ricco di controsensi: l’animalista per antonomasia dovrebbe svolgere un’attività individuale che affonda le radici nel biocentrismo; concezione filosofica secondo la quale l’uomo è solo uno degli innumerevoli elementi dell’universo, e quindi è tenuto a rispettare tutte le altre forme di vita e a vivere in armonia con animali e vegetali. Un impegno concreto e profondo che dovrebbe trovare riscontro in ambiti collettivi per contrastare sistematicamente le attività connesse allo sfruttamento animale. Ciò comporta essere vegetariani, curarsi con i farmaci omeopatici, indossare abbigliamento, accessori di fibra naturale, adottare un stile di vita concreto ed efficace atto a porre fine tanto alle di sofferenze degli animali, quanto alla loro uccisione. Cosa che poche persone al mondo fanno. Archiviate le polemiche, analizzate fino in fondo la filosofia di vita perseguita e come disse il grande il leader dei Queen Freddie Mercury “The Show Must Go On”.
Lo spettacolo deve andare avanti…anzi va avanti