Il circo è probabilmente l’attività culturale e imprenditoriale che meno è riuscita a lavorare in questo 2020 contraddistinto da lock-down e restrizioni causate dalla necessità di ridurre i rischi di contagio dal Covid. In Sicilia, addirittura, due dei sei circhi presenti non hanno più riaperto dopo la piazza dello scorsoNatale.
L’Acquatico Torres (famiglia Torregrossa) e il Meraviglioso Acquatico (famiglia Dell’Acqua) sono rimasti completamente fermi; il circo “M Orfei” (famiglia Darix Martini) ha proposto soltanto 4 giorni di spettacoli aperti al pubblico; “Happy Circus (Medini-Martini), ‘Sandra Orfei’ (Claudio Vassallo) e ‘Greca Orfei (Mavilla) hanno operato qualche mese in più ma sono adesso fermi da quaranta giorni, dal 25 ottobre scorso.
Ma come i complessi circensi stanno attraversando questo nuovo periodo di stop? Ne abbiamo parlato con Marcello Marchetti, in forza al ‘Greca Orfei’, colui che assieme all’Ente Nazionale Circhi era riuscito, anche ad aprile, a mettere in moto la catena della solidarietà. “Cerchiamo di ottimizzare il tempo, anche trasferendoci nelle nuove piazze, per preparare le strutture in base a ciò che ci eravamo prefissati per il periodo natalizio. L’aspetto negativo non è solamente il lato economico ma anche quello psicologico sia perché non c'è uno spiraglio di immediato di ripartire ma anche per la forte rabbia che si genera nel vedere come mai nei centri commerciali non alimentari si possono far entrare dalle 500 alle 1.000 persone contemporaneamente, con tanto di cartello all'esterno che lo spiega”.
In Sicilia, regione che ha fatto da apripista negli aiuti ai circhi in difficoltà, come stanno adesso andando le cose? “Nell’Isola non c'è una realtà differente da quello di tutto il resto d'Italia dove un po’ dappertutto, memori di quello che è successo nel primo lockdown, si è cercato di organizzare un po’ di aiuti grazie a Coldiretti, Caritas e associazioni private. Qui però noi vorremmo poter parlare con il presidente della regione Musumeci e l'assessore Messina – è questa l'idea di Marchetti - per poter riprendere in tutta sicurezza gli spettacoli, rispettando tutti i protocolli che avevamo già allestito dopo il primo lockdown. Chiediamo di poter riprendere a lavorare, rispettando i protocolli lo ripeto, e non riusciamo a capire quale sia la differenza tra una spiaggia affollata, un corso affollato, un magazzino affollato e un circo che fa entrare un pubblico numericamente molto ridotto rispetto alla capienza della struttura”.
L'ENC vi sta sostenendo in qualche maniera? “L'Ente Nazionale Circhi non è ovviamente un'entità assistenzialista ma ci sta supportando ugualemente, in maniera importante, - ha specificato Marcello Marchetti - con la lettura e le spiegazioni delle varie novità contenute in DPM e ordinanze. Di più non può fare, anzi il presidente Buccioni si è mosso più volte per sensibilizzare le regioni, la Coldiretti e le organizzazioni ecclesiale a dare una mano ai circhi. Inoltre – ha concluso Marchetti – l’ENC, attraverso l’Agis, ha richiesto un incontro con il ministro Franceschini per avere qualche certezza in un futuro che, per noi, è davvero poco leggibile”.
Di Pietro Messana
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